Il gioco di squadra si impara?

Una struttura raggiunge i suoi obiettivi solo se i suoi componenti li conoscono e li condividono

Come sa chiunque ci abbia provato, far convergere le energie di un gruppo disomogeneo di persone verso la realizzazione di un obiettivo comune può rivelarsi un’impresa titanica, specialmente quando parliamo non di attività meccaniche – e quindi facilmente modellabili e verificabili – ma di processi affidati alla valutazione e alla creatività del singolo, pur nel quadro di una strategia generale.

Quando i metodi tradizionali non sembrano più dare alcun frutto, quando le riunioni non producono altro risultato che quello di fissare la riunione successiva, quando tutto – dalla leadership alle procedure aziondali – viene messo in discussione, ecco che fare un “restart” alla maniera dei computer può rivelarsi una mossa vincente.

Ma questo nuovo inizio, questo salto di paradigma, difficilmente può realizzarsi riproponendo ambienti e situazioni che hanno contribuito a creare un blocco nella performance.

Ecco allora che uscire dal problema, prendersi letteralmente una boccata d’aria fresca, magari andando tutti a fare una caccia al tesoro in montagna, può essere paradossalmente il modo migliore di uscire da una situazione di impasse.

Ci sono fior di società specializzate in ogni genere di attività outdoor, con programmi che hanno dimostrato negli anni la propria validità, anche se spesso sono concepiti per il mercato e la mentalità statunitense.

Vi prometto una serie di articoli, dove proverò ad analizzare costi e benefici dei principali programmi proposti.

Nel frattempo, si potrebbe sempre pensare, quando la tensione sale oltre un certo limite, a una bella partita di calcio nel cortile dell’azienda….:-)

Un saluto

Bruno

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