Ma quanto conta l’apparenza nella seduzione?

Disgraziatemente, moltissimo. Tuttavia, spesso non nel senso che comunemente si crede.

Domanda numero 1: Chi è – nel corteggiamento – la parte apparentemente più interessata? Chi è che “pensa solo a quello”? chi è che “ci prova in continuazione”?
Il maschio? Pensateci bene, prima di passare alla domanda numero 2:

Chi è che passa ore dal parrucchiere? Ore a truccarsi davanti allo specchio? Che entra in crisi se il colore del rossetto non si intona con quello dei collant?

Non trovate una contraddizione surreale nel fatto che la parte che – sempre apparentemente – fa di tutto per sfuggire, sia quella più impegnata a rendersi attraente, mentre l’altra – che dovrebbe essere la più interessata – spesso e volentieri trascuri persino le più elementari norme igieniche?

Ci sarebbe moltissimo da dire su questo argomento, tirando in ballo l’evoluzione, la sociologia, la diversità dei ruoli, il rimescolamento degli stessi e via dicendo. Qualcuno potrebbe farmi notare che anche i maschi cominciano a essere ossessionati dalle rughe e dalla pancetta.

Come ho detto più volte, attirandomi le ire di buonisti e femministe, la civiltà degli ultimi 4-5000 anni (e tanto più quella degli ultimi 40-50) conta molto poco rispetto ai milioni di anni che l’evoluzione ha impiegato a selezionare i comportamenti che miglioravano le possibilità riproduttive di un individuo.
E, per una serie di ragioni che sarebbe troppo lungo spiegare, quando si tratta di corteggiamento, sono questi comportamenti a premiare, non quelli che vorrebbero buonisti e femministe.

In altre parole, dai tempi preistorici, i maschi hanno provveduto a procurare il cibo, fare la guerra, difendersi dagli animali feroci, costruire la capanna, ecc. ecc., rimanendogli così poco tempo per badare al proprio aspetto fisico.

Mentre la femmina, invece di fare tutta quella fatica, utilizzando il potere del sesso, ha trovato molto più comodo fare in modo di farsi scegliere da chi tornava al villaggio con la preda più grossa e possedeva la capanna migliore. Entrando in questo modo in competizione con le altre femmine.

In sostanza, la competizione maschile si è assestata sul terreno dei risultati, mentre quella tra femmine sul terreno delle apparenze, con tutte le conseguenze del caso.

Tornando alla domanda iniziale, su quanto conti l’apparenza, è chiaro che ci si trova davanti a una contraddizione, di cui fareste bene a tenere conto.

Mentre è indubbiamente importante apparire in forma ed essere curati nell’aspetto e nell’abbigliamento, questo deve apparire come un qualcosa di assolutamente “naturale” e “secondario”, mai il frutto di un impegno: altrimenti, la percezione inconscia sarà “Questo non ha niente di meglio da fare che stare davanti a uno specchio tutto il giorno…”

E infatti i maschi che rivelano un eccesso di attenzione al proprio abbigliamento e al proprio aspetto fisico tendono a trovare più ammiratori che ammiratrici. Non che ci sia qualcosa di sbagliato, ma di solito non è il risultato che si voleva ottenere.

Pertanto occorre mantenere un difficile equilibrio tra la necessità di avere un aspetto decente e alla moda, e al tempo stesso manifestare una sovrana indifferenza allo stessso.

Non dimentica che agli occhi attenti di una femmina queste cose non sfuggono, e sarete radiografati da capo a piedi nello spazio di un nano secondo.

Buona fortuna. E fatemi sapere come ci riuscite, se ci riuscite! :-

Un saluto

Bruno

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